Il più giovane chef stellato d’Italia apre un nuovo ristorante a meno di mezz’ora da casa mia e non vuoi andarci a mettere il naso?
Parto proprio dal curriculum dello Chef in quanto, in tutta franchezza, è ciò che mi ha incuriosito di più, anche perché, fino all’altro giorno, non avevo la più pallida idea di chi egli fosse…
Nel suo curriculum si legge che “Nel 2014 aveva solo 19 anni quando è riuscito a conquistare e mantenere una stella Michelin per sette anni consecutivi“.
Per colmare la mia lacuna di conoscenza, cerco tra i miei libri e le mie guide e, dopo aver consultato “Le stelle Michelin in Italia“, trovo una prima incongruenza lessicale in quella frase: visto che il ristorante Osteria La Fontanina risultava avere la stella Michelin, ininterrottamente, già dal 2005, egli, tutto al più, può averla “conservata“, ma non di sicuro “conquistata“.
Purtroppo, non ho la Guida Michelin del 2014 e del 2015, ma ho quelle successive: orbene, nella Guida Michelin del 2016 e del 2017 la Guida indica quale chef titolare Nicola Tapparini, quindi, ritengo altamente probabile che egli fosse lo chef anche nei due anni precedenti.
Con riguardo agli anni successivi, nulla posso dire in quanto sulla Guida non è più stato indicato il nominativo dello chef.

A questo punto vi domanderete perché questa ricerca?
La risposta è semplice e duplice: da un lato, mi piace fare chiarezza, soprattutto quanto vedo curriculum molto roboanti, e, dall’altro, l’unico fil-rouge di tutto il pranzo è stata l’assoluta assenza di modestia dello Chef che, ad ogni occasione, non mancava di ricordare a me e agli altri avventori che egli fosse stato uno chef stellato e, di fatto, quanto egli fosse bravo.
Se i piatti fossero stati direttamente proporzionali all’ego dimostrato, sia durante il pranzo, sia dopo di esso, quello di oggi sarebbe stato il pranzo del millennio, ma, ahimé, non è andata così.
Per carità, piatti buoni, senza errori, ma abbastanza datati nel concetto e privi di particolari spunti di innovazione o di gusto: buona parte di essi, infatti, sono piatti che erano in carta già all’Osteria La Fontanina, anni fa.
Per quanto io non sia un sostenitore sfegatato del chilometro zero o della stagionalità, voler proporre un piatto a base di tartufo, ossia un ingrediente astrattamente pregiato, fuori stagione e, quindi, conservato, non è proprio il massimo della vita.
Solo il tiramisù di pesce, ossia dei trancetti di rombo, impanati utilizzando le parti meno nobili del rombo stesso e caffè, con una spuma di zafferano e polvere di cacao, mi ha svegliato dal torpore che ha pervaso il mio desinare.
A mio avviso, avrei cercato di rendere la spuma leggermente più densa e grassa, per bilanciare la nota di sapidità, piuttosto spiccata, del pesce.
Piatto potenzialmente interessante, ma rivedrei anche l’impiattamento.
Dopo avermi fatto visitare la cucina, che non ha mancato di ricordarmi di averla disegnata lui personalmente e di averla fatta produrre con il miglior materiale esistente al mondo dal miglior produttore di cucine professionali al mondo, mi ha confessato la sua intenzione di innalzare il livello gastronomico della Valpolicella…
Con queste premesse, la strada mi pare essere abbastanza impervia e tortuosa.
Carta vini non amplissima che spazia poco fuori dalla Valpolicella, ma i prezzi sono tutto sommato onesti.
Ragionevole il menù degustazione sette portate a 110,00.
Lodevole, invece, l’assenza del balzello del coperto.
Servizio un pochino da rivedere, col beneficio degli odierni ranghi ridotti.
P.s.
Il bollito non bollito di Massimo Bottura è del 2010…